Ho sempre avuto una forte propensione per la pittoricità, anche nell’ambito della fotografia. E’ una sensibilità che deriva da una radicata tradizione famigliare.
Mi piace l’idea di approfondire questo tema offrendovi qualche spunto più concreto.
Vorrei cominciare da Thomas Devaux, un giovane fotografo francese classe ’80 che vanta una serie impressionante di premi, di riconoscimenti e di mostre in giro per il mondo.
La prima volta che ho visto le sue opere sono rimasto quasi folgorato. Banalizzando, solo per azzardare una sintesi estrema, potrei affermare che la specialità di Devaux è quella di rielaborare ritratti femminili attraverso una commistione di tecniche.
Ma in questo caso specifico non mi interessa molto approfondirle. A me interessa la vibrazione, quella che emerge direttamente dalle immagini per captare immediatamente l’empatia dell’osservatore grazie ad un magnetismo eccezionale.
L’artista attinge da una variegata iconografia al femminile per rimaneggiarla completamente. Gli spunti sono molteplici e intriganti: immagini sacre, icone, ritratti d’epoca, temi mitologici o della cultura classica che l’autore gestisce con grande personalità.
Ricolloca i ritagli in uno spazio vuoto, privo di sfondo, di punti di riferimento e di colore; li avvolge di un’aurea indefinita e spettrale; fonde l’insieme esaltando gli effetti delle sovrapposizioni e del mosso; avvolge tutto di una patina nebbiosa che sospende nello spazio e nel tempo queste straordinarie visioni.
Eppure, nonostante i riferimenti tematici ed estetici peschino così lontano nel tempo, Devaux raccoglie il materiale utile per le sue creazioni da un contesto incredibilmente attuale: il mondo della moda. Si aggira, infatti, per i backstages collezionando visi, espressioni, pose che costituiranno la base delle sue complesse manipolazioni.
Sono proprio i volti i veri punti focali del suo mondo immaginario. E io adoro il contrasto tra l’atmosfera sfuggente delle immagini e il magnetismo così vivido di questi visi lascivi, malinconici e assolutamente affascinanti. Sono visi dai lineamenti delicatissimi che rievocano alcuni temi dell’estetica pre-raffaelita, una corrente che Devaux omaggia richiamandone le atmosfere oniriche e surreali, i temi del sacro e le fini trame di alcune lavorazioni.
Quello che, però, rende Devaux così attuale è l’evanescenza che infonde ad ogni lavoro rifuggendo il realismo esasperato dei quadri d’epoca. Perchè Devaux non vuole dare concretezza alla suggestione, vuole sublimarne, piuttosto, la fugacità.
Spinge sull’acceleratore da questo punto di vista facendoci sprofondare, talvolta attraverso angoscianti dissolvenze di baconiana memoria, nel drammatico resoconto del suo viaggio artistico volto alla ricerca della bellezza, fino a scoprirne la natura più effimera.
Le sue muse continuano a catturarmi come le sirene di Ulisse. Questa inquietudine profonda e strisciante che Devaux mette in opera con una delicatezza disarmante è per me un richiamo irresistibile, tanto è vicina alle mie corde. Considero Devaux un eccezionale fotopittore.
https://www.thomasdevaux.com/
6 Comments
Bellissimo articolo descrizione precisa e puntigliosa delle opere e degli artisti descritti. Complimenti
Grazie Salvo!
Decisamente non il mio genere né le tematiche, ma commentato da te assume il vero spessore che merita. Bravo Mic!
Grazie, è un bellissimo complimento.
Complimenti Michele per il tuo bellissimo blog! Una fonte di informazioni e di interessanti foto! Non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo articolo! Avanti così!
Grazie mille per le belle parole!